Accesso al Fondo PMI più difficile per le aziende agricole

Accesso al Fondo PMI più difficile per le aziende agricole

21 Aprile 2020

Il D.L. 23/2020 ha previsto delle “garanzie di Stato” per facilitare l’accesso al credito, a favore delle imprese danneggiate dall'emergenza COVID-19 e anche le imprese agricole sono ovviamente alle prese con tali disposizioni.

L’ammontare complessivo delle garanzie, che dovrebbero agevolare l’accesso al credito alle imprese, è di 400 miliardi.

La procedura è pienamente operativa dalle ore 18:00 del 16 aprile 2020 (come da comunicato dal Mediocredito centrale pubblicato sul proprio sito).

COSA PREVEDE IL DECRETO LEGGE

I finanziamenti sono concessi dalle banche a seguito delle normali istruttorie; tuttavia una società pubblica (Sace spa) per conto dello Stato concede le garanzie, a prima richiesta, a fronte dei prestiti concessi per la durata non superiore a sei anni fino al 31 dicembre 2020.

L’importo del finanziamento garantito non sarà superiore al maggiore di questi due elementi:
25% del fatturato annuo dell’impresa relativo al 2019 come risulta dal bilancio ovvero dalla dichiarazione fiscale, che per le imprese agricole non può che essere la dichiarazione IVA.
La dichiarazione IVA avrebbe come scadenza il 30 aprile, ma il termine è sospeso fino al 30 giugno.
Ovviamente le imprese che intendono accedere al credito dovranno predisporla.
Doppio del costo del personale sostenuto nel 2019 come risulta dal bilancio o dai certificati se l’impresa non ha approvato il bilancio come avviene per la generalità delle imprese agricole.
I certificati rilasciati ai dipendenti, non comprendono però i contributi unificati a carico della impresa agricola che devono essere considerati.

La garanzia copre fino al 90% dell’importo finanziato per le imprese con meno di 5mila dipendenti e un valore di fatturato fino a 1,5 miliardi di euro; copre l’80% e 70% per le imprese più grandi.

La garanzia concessa è considerata aiuto di Stato e quindi richiede autorizzazione della Ue, ma di fatto un vero aiuto non c’è in quanto lo Stato si limita alla garanzia senza erogare alcunché.

COSA OCCORRE

Per procedere all’inserimento delle richieste di accesso alla garanzia, come spiega la circolare ABI del 16 aprile 2020, è necessario che la banca abbia acquisito tutti i documenti richiesti.

In particolare, occorre aver trasmesso alla banca:

  • Il modulo di richiesta del finanziamento (Allegato 4-bis)

Il modulo, con il quale le imprese attivano la richiesta delle garanzie per tramite della propria banca o del proprio intermediario, si compone di otto pagine che devono essere compilate con molta attenzione.

Oltre a riportare ricavi come da ultimo bilancio presentato o dichiarazione fiscale presentata, le imprese devono indicare gli aiuti di Stato di cui hanno beneficiato e la relativa amministrazione concedente.

Nella scheda 2 del modello dovrà essere indicato se l’impresa ricade tra quelle autonome, associate o collegate. Per gli aspetti dimensionali andranno indicati anche il numero degli occupati (ULA - unità lavorative-anno).

La gran parte delle aziende agricole, per quanto riguarda il personale operaio, ricorrono alla figura degli OTD, operai agricoli a tempo determinato. 

Si fa presente che la forza occupazionale media delle aziende che occupano tale tipologia di lavoratori si ottiene dal rapporto tra le giornate di occupazione nell’anno e il totale delle giornate dell’anno stesso, cioè 312. Ciò secondo quanto chiarito dall’INPS con la Circolare n. 188 del 14 ottobre 1999. 

Nel modulo non è richiesto di indicare l’importo del finanziamento.

SITUAZIONE PER LE AZIENDE AGRICOLE

Indipendentemente dalla portata straordinaria dell’articolo 13 del D.L. n. 23/2020, secondo le disposizioni operative approvate dal Ministro dello Sviluppo economico con decreto del 12 febbraio 2019, non sono ammissibili alla garanzia i soggetti beneficiari finali esercenti attività agricole di cui alla sezione “A” dei codici Ateco 2007.

Le disposizioni operative del Fondo prevedono una deroga, ammettendo l’accesso alla garanzia per soggetti beneficiari finali che svolgono in modo prevalente (sulla base del fatturato dell’ultimo esercizio) una delle seguenti attività:

  • 01.60.00 (attività di supporto all’agricoltura e attività successive alla raccolta);
  • 01.70.00 (caccia, cattura di animali e servizi connessi);
  • 02.00.00 (silvicoltura ed utilizzazione di aree forestali).

Le altre imprese del settore agricolo, incluse nella “sezione A - Agricoltura, silvicoltura e pesca”, posso acceder al fondo solo mediante richiesta di riassicurazione e/o controgaranzia presentata da un CONFIDI operante nei settori agricolo, agroalimentare e della pesca.

Pertanto, gli imprenditori agricoli non potranno accedere alla garanzia diretta tramite l’istituto di credito finanziatore, ma dovranno ricorrere alla controgaranzia attraverso i Confidi del settore agricolo, ossia i consorzi con attività esterna, le società cooperative, le società consortili per azioni, a responsabilità limitata o cooperative, che svolgono l'attività di garanzia collettiva dei fidi il cui capitale sociale, o fondo consortile, sia sottoscritto, per almeno il 50%, da imprenditori operanti nei settori agricolo, agroalimentare e della pesca.

Percorso quest’ultimo nettamente più difficoltoso.

ISMEA COME CANALE ALTERNATIVO

Le cose migliorano per gli imprenditori agricoli sul fronte ISMEA, canale riservato esclusivamente alle imprese agricole e alternativo al Fondo di Garanzia PMI.

Infatti, il comma 11 dell’art. 13 del D.L. 23/2020 assegna 100 milioni di euro a ISMEA, per l’anno 2020, per la concessione delle garanzie a fronte di finanziamenti a breve, a medio e a lungo termine concessi da banche, intermediari finanziari, nonché dagli altri soggetti autorizzati all'esercizio del credito agrario e destinati alle imprese operanti nel settore agricolo, agroalimentare e della pesca.

Ad oggi però, l’istituto non si è ancora espresso sulle modalità operative.

A quanto pare, comunque, la garanzia coprirà l’80% del finanziamento e sarà concessa a titolo gratuito per un importo massimo finanziabile di 5 milioni di euro.
Il finanziamento, di durata non superiore a sei anni, sarà destinato a sostenere il capitale circolante, gli investimenti e la rinegoziazione del debito purché venga prevista l’erogazione al medesimo soggetto beneficiario di credito aggiuntivo in misura pari ad almeno il 10% del debito residuo. 

Luigi Bello
Cresciuto in un’area a forte vocazione agricola, inebriato dal profumo e dai colori della propria terra, nasce sin dall‘infanzia una spiccata passione per il settore agricolo/rurale che mi ha accompagnato nella vita e negli studi. Ho scelto quindi di impegnarmi nel dare impulso alle attività imprenditoriali che operano nel mondo agricolo e ad esso connesse. Attualmente quindi mi occupo di assistere le imprese in tutte le pratiche tecniche di natura agricola.
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