L’EFSA (Agenzia europea per la sicurezza alimentare) ha pubblicato il suo annuale rapporto sui residui di fitofarmaci rilevati negli alimenti nell'Unione Europea, dal quale si evince che l'Italia è tra i paesi che controlla di più i residui di fitofarmaci negli alimenti, confermando la leadership a livello internazionale in materia di sicurezza alimentare.
È quanto emerge dalla relazione annuale sui residui dei fitofarmaci in Europa relativa al 2018 e basata sull'analisi dei campioni raccolti dai 27 Stati membri dell'Unione europea.
Il rapporto dà uno spaccato della presenza dei residui di fitofarmaci negli alimenti nell'UE e degli eventuali rischi per la salute dei consumatori. Fornisce anche ai gestori del rischio informazioni importanti su cui basare le decisioni in ordine alle misure di controllo future.
Nel 2018 sono stati analizzati complessivamente 91.015 campioni, il 95,5% dei quali rientrava nei livelli ammessi dalla legge.
Il rapporto colloca l'Italia tra i paesi europei con la minor percentuale di campioni oltre i limiti di legge: è terza per numero di campioni analizzati (11.679), dopo Francia e Germania, ma la percentuale di campioni che superano i limiti (1,8%) è ben al di sotto di quella media dell'Unione (4,5%), e ulteriormente in discesa rispetto ai dati registrati dall'EFSA nel rapporto relativo all'anno precedente (-0,7%).
Ad esempio tra il 2015 e il 2018 la percentuale di campioni con sforamenti nei residui è aumentata nelle banane (dallo 0,5% all'1,7%), nei peperoni dolci (dall'1,2% al 2,4%), nelle melanzane (dallo 0,6% all'1,6%) e nell'uva da tavola (dall'1,8% al 2,6%). Nel 2018, invece, rispetto al 2015 gli sforamenti sono diminuiti per i broccoli (dal 3,7% al 2%), l'olio vergine di oliva (dallo 0,9% allo 0,6%) e le uova di gallina (dallo 0,2% allo 0,1%).
Quest'anno inoltre l'EFSA ha trasformato le risultanze del programma coordinato in grafici e diagrammi consultabili, la cui visualizzazione rende i dati più accessibili ai non specialisti.
Dall'analisi delle risultanze è facile intuire che i prodotti alimentari analizzati nel 2018 non rappresentano un problema per la salute dei consumatori.
Tuttavia l'Agenzia avanza alcune raccomandazioni per aumentare l'efficienza dei sistemi di controllo europei, al fine di garantire come sempre un elevato livello di tutela dei consumatori.